Ricerca voluta, agognata e Ricerca Ricercata

 

Questo piccolo post mi è nato tra le mani, non è nulla di scientifico, se si possono definire scientifici gli altri post che ho sin qui pubblicato. Forse potrei definirli di argomento scientifico ma la Scienza, quella vera, non è certamente scritta qui, l’ho letta, ascoltata, sfiorata e accarezzata nella sua ideazione, negli anni che sono passati ed ancora  voluta, agognata e ricercata… trovata… chissà

 

<<Scusa ma come faccio a fare una ricerca? >> <<Vorrei pubblicare una ricerca ma tu sai come posso fare?>>

Questa domanda mi venne posta durante un Workshop qualche tempo fa.

Non potete immaginare quale fu la mia sorpresa, neppure la faccia di PT alle mie spalle, nel sentirmi porre una così richiesta netta e definita… senza possibilità di interpretazioni. Come poter fare ricerca?? Chiesta così, semplicemente, come una domanda qualsiasi,  da porre a chiunque così come si può chiedere a qualcuno dove si può mangiare una buona pizza o trovare quelle scarpe derby blue che indossi. La cosa fu assai strana soprattutto per chi me la pose e che poi lasciò l’aula ed anche senza salutare forse perché poco interessato alla materia…di ricerca.

Questa domanda che per molti di voi potrebbe sembrare un inutile motivo di discussione non lo è per me perchè dimostra quanto sia “luogo comune” pensare che una ricerca nasca così semplicemente, decidendo che tutto quello che fai possa essere oggetto di ricerca, oggetto di studio…questo è vero quando vi siano delle definite linee di comportamento e di attuazione di un progetto… cioè “disegnare” un progetto che viene delimitato nei contenuti e nella forma per essere poi applicabile… se così non fosse ognuno di noi potrebbe concludere che il proprio “operato” sia una ricerca da pubblicare. Beh mi piacerebbe fosse così; in tal caso avremo migliaia di studi da poter portare a nostro favore nel tanto agognato R I C O N O S C I M E N T O.

 

Allora ?!?! diciamo che la prima cosa da fare è avere lo spirito della condivisione! Fare qualcosa soltanto perchè si voglia avere credito di immagine, diventare “famosi”, essere citati, indicizzati, richiesti, convocati, non basta. L’avere fatto un buon lavoro ? non basta. E’ soprattutto quanto ho visto in tutti i miei anni di lavoro come medico, osteopata, di frequentazione dei gruppi di studio, dei congressi e dei corsi dagli anni ’80 ad ora e, ancora, dimostrasi realmente disponibili a condividere con gli altri ad essere elemento fondamentale su cui si basa la professione del ricercatore o, meglio, la vocazione.

Non stiamo parlando di copyright o diritti su prodotti commerciali, stiamo parlando della crescita culturale e professionale di ognuno di noi. Ma in “quella” domanda si nascondeva un sentore di “notorietà” purtroppo impoverita dalla mancanza di conoscenza non solo del metodo (n.b. metodologia della ricerca) ma anche dei sistemi disponibili e dedicati alla possibilità di “oggettivare l’oggetto” (strumenti di misurazione, apparecchiature diagnostiche, etc);  sperando, io,  che non fosse solo la notorietà il movente ma la verifica e conseguentemente la conferma di efficacia del trattamento X piuttosto che Y.

Non esistono dati talmente secretati o confidenziali a tal punto dal non poter essere diffondibili, soprattutto se si voglia accrescere il livello scientifico dell’osteopatia, la sua forze dialettica in ambiti istituzionali. Purtroppo quello che vedo porta sempre lì, alla mancanza di una anima comune, di un comune cuore pulsante per l’osteopatia, di un univoco sentire…il feeling of soul.

 

Non ho soluzioni, ne le cerco, perché ognuno è libero di fare, dire e pensare a modo suo in un mondo libero e democratico purché democritico (ehm … scusate il gioco di parole) dove siamo noi a dover criticare il nostro stesso operato.

DBo

<<I would like to push myself back to the bubble-gum flavored time>>