L’evoluzione di un progetto e l’anticipazione de “l’ecografia per gli osteopati”
In questo breve articolo vorrei tentare di spiegare quale è stata la storia e l’evoluzione di un progetto, di un concetto per me assai importante, cercando di chiarirne i punti essenziali e di dare prospettiva alla sua diffusione nell’ambito osteopatico.
Da quando nel 2002 iniziai a utilizzare, testandola, l’indagine ecografica come metodo non-solo clinico ma anche come strumento di verifica per le procedure manipolative osteopatiche, mi apparve da subito come meravigliosa modalità di osservazione anatomica in tempo reale.
Il primo nome che attribuii a questa idea (“metodo” non lo era ancora!) fu A.E.T.D. (Anatomia EcoTomografica Dinamica) acronimo che successivamente avrebbe risentito dell’essere poco internazionale (all’estero risulta indiscutibile l’uso degli acronimi per lo più in lingua inglese). La necessità di una sua più ampia diffusione emerse nel 2008 quando il mio caro amico e collega Paolo Tozzi mi coinvolse in un grandioso obiettivo per il futuro, il 2°, Fascia Congress che si sarebbe tenuto ad Amsterdam dal 27 al 30 ottobre 2009. Ecco che insieme coniammo l’acronimo D.U.S.T.A. (Dynamic UltraSonographic Topographic Anatomy) e la sua variante D.U.S.T.A.E., dove “E” sta per Evaluation.
Questo acronimo verrà da qui in poi utilizzato nelle varie pubblicazioni oltre che nei Congressi a cui avremmo in seguito partecipato sia io che Paolo, nelle rispettive “mission” per ambiti medici o osteopatici.
Nel 2011, durante l’annuale Congresso Nazionale della S.I.U.M.B. (Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Biologia) tenutosi a Roma, per la prima volta verrà cambiato in F.U.S.E. (Fascial-motion UltraSonographic Evaluation – pronuncia fjuːz) per l’utilizzo in ambito diagnostico e nella sua variante F.U.S.Æ. (Fascial-motion UltraSonographic Anatomic Evaluation – pronuncia fjuːz) per il suo utilizzo nel training e nell’applicazione negli ambiti funzionali delle terapie manuali, con particolare riferimento alla medicina osteopatica.
I motivi di questo cambio sono nati sul campo perché di fatto il mio approccio all’anatomia topografica dinamica si era progressivamente focalizzato nell’osservare in particolare le relazioni dinamiche tra le fasce, i movimenti fasciali (fascial-motion) che si sviluppano tra gli organi anatomicamente adiacenti (anatomic) e nella loro valutazione (evaluation). Il solo riferimento alla anatomia eco-topografica ne avrebbe ristretto le possibilità.
L’interesse per la modalità di applicazione diagnostica è in crescita anche se non ancora definite delle linee guida (ndr: work in progress per il prossimo SIUMB 2013) da estendere ad altri medici ecografisti. Nella mia esperienza come “medico ecografista” non sono attualmente pochi sia tra i medici specialisti sia tra gli osteopati e fisioterapisti quanti chiedono una valutazione dinamica ad es. della spalla piuttosto che del rene. Il percorso è lungo ma questi sono i tempi che ci si deve aspettare.
L’ulteriore utilizzo dell’ecografia in ambito osteopatico sta rivolgendosi alla identificazione dei reperi anatomici viscerali ai quali sto lavorando per portare ad una verifica che confermi gli attuali reperi o una loro variazione (“New tags in visceral osteopathy”) di cui anticiperò nei prossimi articoli alcuni elementi.
L’impegno di una diffusione di questo modo di utilizzare l’imaging ecografico è in fase di standardizzazione e verrà progressivamente l’utilizzo della metodica F.U.S.Æ. agli osteopati nel momento in cui verrà riconosciuta la nostra professione, così come già esistono corsi per acquisire la metodica nota come RUSI (Rehabilitative Ultrasound Imaging), accreditata per fisioterapisti. Difficile comprendere quali saranno le differenze tra Medici Ecografisti e Osteopati Ecografisti, occupandosi i primi anche degli aspetti patologici per la diagnosi e la cura mentre i secondi nell’ambito disfunzionale per ottimizzare le tecniche e per il feed-back, grande anello mancante della medicina diagnostica classica; serve inoltre renderle reali queste applicabilità ed anche queste differenze senza che però siano un limite al loro utilizzo.
Molte sono infatti le riserve (annose e ricorrenti discussioni in ambito congressuali delle Società scientifiche sull’utilizzo esclusivo…per questo ho iniziato anche a parlare di osteopatia nei congressi nazionali di ecografia) sull’utilizzo delle procedure di utilizzo dell’ecografia da parte dei “non medici”…dimenticandoci che in molte altre nazioni la figura del sonographer è di fatto riconosciuta.
Sono conscio che la differenza tra fare una ecografia per esprimere una diagnosi e farla per valutazioni funzionali sia molto fine, soprattutto dipendente dall’operatore che deve averre ben chiara la differenza delle competenze, ma ritengo da clinico, per la mia provenienza, che se la diagnosi è di fatto un problema che interessa i medici è indubbio che gli aspetti funzionali debbano essere fruibili da altri terapeuti a patto che abbiano conseguito competenze, conoscenza e professionalità.