Le Morfologie : ovvero l’arte dell’accorgersi di come gli altri sembrano … o forse lo sono
Definizioni
a) accorgersi accòrgersi v. intr. pron. [lat. *accorrĭgĕre, comp. di ad- e corrĭgĕre «correggere»] (io mi accòrgo, tu ti accòrgi, ecc.; pass. rem. m’accòrsi, t’accorgésti, ecc.; part. pass. accòrto). – 1. Scorgere con la mente, acquistare coscienza di un fatto attraverso indizî o per riflessione.
b) accorgimento accorgiménto s. m. [der. di accorgersi]. – 1. Capacità di prevedere e giudicare le cose, prontezza d’intuito: è dotato di grande a.; avere poco, scarso accorgimento. 2. Astuzia, accortezza, espediente.
Era il 1999 e con Emilio (cfr. Maggi) frequentavamo il Corso di Osteopatia della CERDO che oggi potrebbe essere chiamato “part-time” poiché allora non vi era alternativa, durava come dura ancora oggi 6 anni…mai verbo potrà essere più qualificante dell’omonimo aggettivo…dura e duro lo era per chi già lavorava ma … voleva comprendere e capire di più.
L’incontro con Alessandro (cfr. Fugazza) fu il meglio che potesse capitarci per tanti motivi professionali e personali.
E con lui le morfologie…semplici, tanto da sembrarlo troppo, e utili, tantissimo da non lasciarle più, divennero nostra abitudine e il nostro gioco.
Con Emilio e Alessandro, dopo averci pensato, decidemmo di organizzare una lezione per pochi intimi amici (tra cui i nostri amici e maestri Alain e Pascal) in quel di Milano e dopo alcuni anni, solo io e Emilio, la presentammo come pre-graduate nella scuola di osteopatia di Bari (ATSAI), dove allora insegnavamo.
Il documento che mi permetto di allegare a questo blog, è quella lezione ed il risultato di anni di lavoro e di confronto con pazienti e con le loro tipologie morfologiche.
Certo non è come discuterne insieme, iterattivamente, ma è comunque un semplice esempio di come a Ippocrate, padre della Medicina, si debba ancora esprimere gratitudine…malgrado il giuramento espresso da noi laureati in Medicina e Chirurgia sia troppo spesso dimenticato.
Esistono poi molti corsi che utilizzano le tipologie morfologiche, la “medicina di terreno” e altre eteronomie. Questa è solo una semplice descrizione che può, non certo sostituire, ma certamente incuriosire quanti di voi si accorgono perciò siate accorti…statev’ accuort**
Le Morfologie di D.Bongiorno ed E. Maggi (grazie a A. Fugazza)
Buona lettura
* “Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro: di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente; di attenermi alla mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze; di prestare la mia opera con diligenza, perizia, e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione; di affidare la mia reputazione esclusivamente alla mia capacità professionale ed alle mie doti morali; di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione. Di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni; di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica; di prestare assistenza d’ urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità a disposizione dell’Autorità competente; di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico, tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto; di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato; di astenermi da “l’accanimento diagnostico e terapeutico”
**in ricordo e omaggio ai prossimi colleghi di Napoli