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ECHOOSTEOCHECK II PARTE: Il congedo quasi obbligatorio dallo stabulario

Carissimi,

ho preventivamente pensato a quanto sarebbe potuto accadere … non per l’eclissi di Luna … e mi sono preparato una doverosa e succinta spiegazione.

La mia formazione non è segreto per nessuno, medicina e chirurgia prima, chirurgia generale poi ed ancora oltre osteopatia e nel frattempo ecografia “a pioggia” su tutto il mio sapere e nella prassi clinica e terapeutica.

La mia piccola creatura (F.U.S.A.E. ndr) è cresciuta e ora può essere ufficilamente sdoganata, almeno per me, come strumento di ottimizzazione della terapia manuale in real-time: <<testo, tratto, controllo>>.

Perché faccio questo? (ECHOOSTEOCHECK ndr) perchè utilizzo non solo le mani (…<<oh sante mani rubate all’agricoltura>> si diceva e si scriveva nei tempi in cui il Prof. Gallone nel suo immenso testo di Patologia e Semeiotica Chirurgica riportava il senso di una necessaria dignità nell’ambito della Medicina e soprattutto della Chirurgia … quella prassica che attinge da teorico ma opera nel concreto…come l’osteopatia?) ma anche un device ecografico? perchè questo sono io!

La mia modalità di approccio non può essere a binario unico, non può essere privata da tutto ciò che c’è stato prima, le esperienze cliniche, in sala operatoria, in ambulatorio di chirurgia generale, di chirurgia toracica, di senologia e nei reparti di chirurgia toracica e di chirurgia addominale (dal 1986 al 2001) e non lo potrà essere di quanto e tanto ancora ci sarà più il la.

Il mio progetto ECHOOSTEOCHECK rappresenta il compimento di un percorso di validazione e oggettivazione che svolgo da 15 anni e che ora voglio fondere insieme e lo faccio qui perché in questo Studio da me gestito mi è stato concesso e anzi fortemente appoggiato, per l’unicità e innovazione che porta al suo “interno”.

Mi congedo dallo “stabulario” nel quale trovo persone che parlano tra loro la stessa ligua ma che dicono anche tutte la stessa cosa, mi riaffermo tra coloro che vogliono la verità, parziale ma sincera, che vogliono capire il perché e che, come me. sanno che ora è il tempo di capire ciò che facciamo e che è giusto che sia così perché non si mette in discussione in fatto che “le tecniche funzionano” ma che è ora di essere sinceri con noi stessi quando le spiegazioni sono viziate da BIAS metodologici importanti.

Mi congedo da coloro che, se messi di fronte al “diverso”, all’innovazione (?) di una realtà anatomica a 256 toni di grigio, trovano più facile arroccarsi nel gruppo che palpa l’impalpabile … non avendo mai pensato che non è optional ma obbligo spiegare ed essere credibili…siamo o no SANITARI?

Un saluto a tutti

Davide Bongiorno

 

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